L’EFFETTO BOOMERANG

L’effetto boomerang è studiato in  psicologia sociale in correlazione al fenomeno della dissonanza cognitiva, una sorta di meccanismo difensivo che la nostra mente attiva in presenza di due pensieri contraddittori o quando prendiamo una decisione che non rispecchia le nostre convinzioni. Leon Festinger giustifica la dissonanza cognitiva con l’incapacità di un individuo di sopportare la tensione e lo stress di situazioni problematiche. Per ridurre lo stato di tensione vissuto, l’individuo potrà rendere meno importante uno dei due pensieri contraddittori oppure creare un terzo pensiero che elimina la dissonanza tra gli altri due.

Siamo vittime di dissonanza cognitiva tutte le volte in cui troviamo una giustificazione ad un nostro comportamento che sentiamo non utile per il nostro benessere individuale e/o collettivo. Tutte le volte in cui minimizziamo, razionalizziamo, deformiamo la realtà per renderla più piacevole o meno frustrante.

Esempi molto comuni possono essere l’assumere condotte spericolate, continuare una relazione con un partner violento (pensando che questi cambierà o ritenendosi in grado di poterlo salvare), abusare di sostanze stupefacenti, giocare d’azzardo…

Un esempio più pratico potrebbe essere:

Pensiero A: “Non sto bene. Ho bisogno di un aiuto. Potrei rivolgermi ad uno specialista.”

Pensiero B: “Va beh, ma tanto è inutile. E’ una vita che sto così. Nessuno potrà mai fare nulla.”

I due pensieri sono in aperto contrasto tra loro. Solo uno dei due potrà vincere. E solo noi possiamo scegliere quale dei due rinforzare. Dipende tutto dalla nostra forza di volontà al cambiamento.

Sotto l’effetto boomerang preferiamo confermare le nostre convinzioni piuttosto che metterle in discussione. Preferiamo, consciamente o inconsciamente, difenderci da ogni possibile minaccia, che in questo caso è il possibile cambiamento.

A queste teorie vorrei aggiungerne una un po’ particolare. A spiegarcela è il piccolo Trevor in Un sogno per domani. Un ragazzo sensibile e trascurato dalla madre, che vive in un contesto familiare arido e senza speranze di cambiamento. Ma Trevor, nonostante i suoi notevoli problemi, non perde la speranza. Così, al compito dell’insegnante di scienze sociali “Pensare ad un modo per cambiare il nostro mondo e metterlo in pratica!”, lui risponde con una soluzione molto impegnativa, faticosa e che implica una grossa responsabilità. O meglio, secondo la sua teoria, ognuno deve assumersi la propria responsabilità per migliorare il benessere individuale e collettivo. Una soluzione, quella di Trevor, che presuppone una grande fiducia in sé e nell’altro. Una soluzione che apre alle possibilità, abbatte la dissonanza cognitiva, presuppone l’umiltà, e va al di là dell’orgoglio, dei pregiudizi e delle emozioni negative. E “passare il favore” potrebbe avere un effetto boomerang, perché prima o poi ti ritornerà indietro qualche favore che ti potrebbe cambiare la vita.

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