IL BAMBINO E LA MORTE DI UNA PERSONA CARA

Se un componente della vostra famiglia o qualcuno che vive con voi sta per morire, si

prospetta purtroppo un periodo estremamente delicato sia per voi sia per i vostri figli. Le cose

che il bambino non conosce lo spaventano ed è proprio per questo motivo che è importante

rispondere alle sue domande e dedicare tempo ad ascoltarlo.

Avere un atteggiamento onesto e sincero nei suoi confronti spiegandogli chiaramente quello

che sta accadendo è fondamentale, non va dimenticato che anche il bambino ha bisogno di

affrontare e gestire il suo dolore.

Generalmente si pensa che un bambino non sia ancora in grado di comprendere appieno il

concetto della morte, oppure si pensa che sia per lui un dolore troppo grande da sopportare,

per questo si sarebbe automaticamente portati a cercare di proteggerlo. In realtà, i bambini

sono in grado di comprendere benissimo il concetto della morte, se viene loro spiegato

adeguatamente in base all’età, altrettanto bene sanno gestire la situazione, spesso molto

meglio degli adulti.

Ciò che il bambino è in grado di capire della morte, dipende dalla sua età, dalle sue

caratteristiche personali e dalla relazione che aveva con la persona che sta per morire.

– I bambini più piccoli si sentono generalmente molto confusi e non comprendono del

tutto ciò che sta accadendo, hanno bisogno di essere rassicurati, abbracciati, baciati e

coccolati.

– I bambini tra i 3 ed i 5 anni vedono la morte come una partenza momentanea e pensano

che la persona morta tornerà. Sono generalmente abituati a guardare cartoni animati in

cui il loro eroe viene fatto scoppiare in mille pezzi, viene schiacciato o cade in un burrone,

ma dopo due secondi ricompare miracolosamente vivo e pronto per nuove avventure.

Quando tuttavia la morte li interessa da vicino, vivono intensamente la perdita, vivono

intensamente il dolore perché sono già in grado di capire che cosa sia la sofferenza. I

bambini intorno ai 5 anni si mostrano spesso incuriositi dagli aspetti fisici e biologici della

morte.

– I bambini tra i 7 e gli 8 anni hanno un’idea più realistica della morte, uno dei problemi

maggiori è dato dal fatto che non sono ancora in grado di capire e identificare le loro

emozioni. Potrebbero regredire in abilità precedentemente acquisite e diventare aggressivi

con i compagni o sfogare la loro aggressività verso giocattoli e altri oggetti. Di solito

esprimono interessamento per quegli aspetti che riguardano i funerali ed il rito della

sepoltura.

– I bambini tra gli 8 e gli 11 anni vedono la morte come la fine delle funzioni vitali, per

esempio come assenza di respiro o assenza di battito cardiaco. Anche a questa età i

bambini non sanno riconoscere in modo chiaro le emozioni che provano e potrebbero

esprimere rabbia e dolore con i compagni o con i familiari attraverso comportamenti

aggressivi o tipici di quando erano più piccoli.- I bambini dagli 11 anni in su sono in grado di comprendere la morte in termini adulti,

vanno pertanto trattati come tali, ricordando che spesso hanno difficoltà a gestire ed

esprimere le proprie emozioni, proprio come accade per gli adulti.

E’ essenziale che diciate sempre la verità al bambino su quanto sta accadendo, anche nel caso

in cui si mostri arrabbiato o indispettito quando iniziate a parlargliene. I bambini più piccoli

possono essere spaventati dall’idea di aver potuto in qualche modo causare la morte della

persona cara con i propri pensieri o per essersi arrabbiati in qualche momento, rassicurate

vostro figlio dicendogli che la morte non è assolutamente in relazione con lui.

Il bambino può essere molto preoccupato ed impaurito dall’idea che qualcun altro della sua

famiglia potrebbe morire o dall’idea che se perde uno dei genitori potrebbe perdere anche

l’altro.

Nell’affrontare con il bambino questo argomento è importante fargli capire che non è la morte

in sé, in quanto evento fisico, ciò che ci fa stare male, ma che piangiamo e manifestiamo il

nostro dolore perché è la fine di una relazione speciale che ci rende estremamente tristi.

I bambini dovrebbero essere incoraggiati ad esprimere liberamente le proprie emozioni e a

piangere. Il pianto, infatti, non rappresenta unicamente la manifestazione di un’emozione, ma

stimola la produzione di sostanze chimiche che agiscono da fattore calmante.

Piangere è importante in uguale misura sia per i bambini sia per le bambine.

I bambini possono essere aiutati a comprendere la morte attraverso l’osservazione di quello

che succede quando è un animale a morire, considerando il fatto che non è più vivo, non

respira più, non mangia più, non soffre, se ne è andato per sempre e non tornerà più. Dire che

qualcuno sta per morire, invece che dargli la notizia della morte quando è avvenuta, rende

l’evento meno drammatico per il bambino. Favorisce, infatti, l’accettazione della morte nel

momento in cui accadrà realmente e permette al bambino di cominciare pian piano a

sperimentare il suo dolore.

Essere informato dell’inevitabilità dell’evento prima che accada gli permette inoltre di avere a

disposizione del tempo prezioso da trascorrere con la persona che sta per morire, per chiarirsi

o risolvere qualsiasi cosa sia rimasta sospesa. Dà infine al bambino la possibilità di salutare la

persona prima che muoia.

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